il CPV, ovvero il “Common Procurement Vocabulary” o “Vocabolario Comune sugli Appalti”, riveste un ruolo fondamentale nell’ambito degli appalti pubblici europei. La sua importanza risiede principalmente in due aspetti distinti ma complementari: la sua funzione statistica e il suo ruolo di standardizzazione e uniformità nella descrizione degli oggetti delle gare d’appalto.
In questo approfondimento operativo esploreremo il CPV, acronimo di “Common Procurement Vocabulary” o “Vocabolario Comune sugli Appalti”.
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L’introduzione del CPV è avvenuta il 1° febbraio 2006, e da allora ha svolto un ruolo centrale nel promuovere una maggiore trasparenza e una concorrenza equa nel settore degli appalti pubblici. Questo vocabolario comune è stato creato per rispondere alle esigenze di un mercato sempre più globalizzato, in cui gli operatori economici provenienti da diversi paesi europei partecipano alle procedure di gara.
Il CPV è stato concepito come un dizionario approvato e riconosciuto a livello europeo, comprendente una struttura gerarchica basata su numeri e cifre che indicano le divisioni, i gruppi, le classi e le categorie. Tale struttura gerarchica consente di identificare con precisione l’oggetto dei contratti, evitando ambiguità o confusioni riguardo alle prestazioni richieste.
Una delle principali sfide nel campo degli appalti pubblici è stata proprio la diversità delle terminologie utilizzate dai diversi paesi membri, che spesso creava difficoltà di comprensione e confronto tra le gare d’appalto. Con l’implementazione del CPV, è stata superata questa barriera linguistica, consentendo a tutti gli operatori economici di comprendere chiaramente e in modo univoco la natura delle prestazioni richieste, indipendentemente dalla loro lingua o nazionalità.
Inoltre, il CPV si è rivelato uno strumento indispensabile per le attività statistiche nel campo degli appalti pubblici, consentendo di raccogliere dati accurati e comparabili a livello europeo. Questi dati sono fondamentali per analizzare i mercati, monitorare le tendenze degli appalti e sviluppare politiche pubbliche più efficaci in questo settore.
Nell’ambito della vigilanza e del controllo, l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha svolto un ruolo chiave nel promuovere l’uso corretto e coerente del CPV da parte delle stazioni appaltanti. Al riguardo, l’ANAC ha emesso direttive e indicazioni per garantire l’adeguata comprensione e applicazione di questo sistema di classificazione, con l’obiettivo di evitare errori e violazioni normative.
Cosa è il CPV
Il Common Procurement Vocabulary consiste in un sistema unico europeo di classificazione delle
attività utilizzato per descrivere l’oggetto dei contratti da affidare. È utilizzato a fini statistici e di
raccolta dati, ma la sua funziona primaria è quella di uniformare e standardizzare la descrizione
dell’oggetto della gara indicato nel bando, fornendo un riferimento comune in tutte le lingue dell’Unione
europea.
Il CPV è composto da un vocabolario principale e da un vocabolario supplementare:
- il vocabolario principale, obbligatorio, è costituito da un numero a nove cifre che identifica tutti i tipi di prestazioni e viene utilizzato per descrivere l’oggetto del contratto. Il vocabolario principale è organizzato in una struttura gerarchicamente ordinata. È una struttura ad albero, costituita da un primo livello di classificazione più generale, le divisioni, che a loro volta si ramificano in livelli ulteriori che dettagliano in modo sempre più specifico le prestazioni (gruppi, classi, categorie, sottocategorie).
- il vocabolario supplementare, eventuale, è costituito da cinque caratteri (lettere e numeri) e si sostanzia in un elenco di attributi che completano la descrizione della prestazione precedentemente individuata dal CPV del vocabolario principale.
A cosa serve il CPV
L’utilizzo corretto di una nomenclatura unica consente di rimuovere le barriere linguistiche e di
eliminare gli errori di traduzione, garantendo così una maggiore trasparenza delle procedure ed un
incremento della concorrenza transfrontaliera. Tramite i codici CPV, infatti, gli operatori economici possono ricercare nella banca dati elettronica dove sono pubblicati tutti i bandi europei, le gare
pubbliche relative ai propri campi di interesse.
Indicare un codice non congruente con la prestazione da affidare viola i principi di trasparenza e
pubblicità che impongono, alle stazioni appaltanti, di fornire informazioni chiare e precise sulle
procedure onde consentire una valutazione sulla legittimità del loro operato. Allo stesso tempo, viola il
principio di par condicio, poiché non consente a tutti gli operatori economici potenzialmente interessati
di conoscere le opportunità effettivamente esistenti, con una conseguente violazione del principio di
tutela della concorrenza.
Un codice CPV errato può determinare anche una violazione degli obblighi di pubblicità legale. Se, ad
esempio, viene indicato, erroneamente, nel bando un codice CPV per il quale è prevista una soglia di
rilevanza comunitaria più alta (come nel caso dei servizi sociali e assimilati di cui all’allegato n XIV della
direttiva 2014/24/UE) tale bando verrà pubblicato solo a livello nazionale e non in ambito europeo,
determinando una lesione ancora maggiore della libera concorrenza.
Infine, comunicare un CPV errato all’ANAC potrebbe costituire la comunicazione di un’informazione non
veritiera, con conseguente possibile applicazione di sanzioni nei confronti della stazione appaltante.
Le stazioni appaltanti devono, pertanto, individuare il codice più in linea possibile con l’acquisto che intendono effettuare, tenendo presente anche la collocazione della voce prescelta nell’ambito della struttura del vocabolario.
CPV e statistica
Innanzitutto, come anticipato, il CPV è uno strumento indispensabile per le attività statistiche nel campo degli appalti pubblici. Consentendo di classificare e categorizzare in modo univoco e omogeneo le diverse prestazioni, lavori, servizi e forniture oggetto dei contratti, il CPV facilita la raccolta e l’analisi dei dati a livello europeo. Questa raccolta di informazioni statistiche è di fondamentale importanza per comprendere l’andamento del mercato degli appalti pubblici, individuare tendenze, monitorare i flussi finanziari e identificare settori o ambiti specifici che richiedono attenzione o interventi.
CPV e concorrenza
Il CPV rappresenta un importante strumento giuridico ed amministrativo nel contesto degli appalti pubblici europei. Grazie alla sua struttura chiara e ben definita, contribuisce a rendere il mercato degli appalti più trasparente, competitivo ed efficiente. La corretta individuazione e applicazione del CPV costituiscono elementi chiave per garantire una corretta esecuzione delle gare d’appalto, favorire una sana concorrenza tra gli operatori economici e assicurare un uso oculato delle risorse pubbliche nell’interesse di tutta la comunità europea.
Del resto il CPV gioca un ruolo cruciale nel promuovere una maggiore trasparenza e una concorrenza equa tra gli operatori economici all’interno dell’Unione Europea. Grazie a questo vocabolario comune, difatti, le stazioni appaltanti possono descrivere in modo preciso e standardizzato l’oggetto delle gare, evitando ambiguità o interpretazioni soggettive. Questo impedisce che termini o descrizioni poco chiare possano essere utilizzate per influenzare il processo di selezione e favorire determinati concorrenti a discapito di altri.
Come già rimarcato, del resto, un aspetto fondamentale del CPV è la sua utilizzabilità in tutta l’Unione Europea. Questo permette a operatori economici di diverse nazionalità e lingue di partecipare alle gare d’appalto in modo informato e consapevole, eliminando le barriere linguistiche e agevolando la comprensione reciproca.
CPV e trasparenza delle procedure
Inoltre, il CPV facilita la ricerca e la consultazione delle gare pubbliche relative a specifici campi di interesse degli operatori economici. Questi ultimi possono utilizzare il CPV per individuare facilmente le gare in linea con le loro competenze e specializzazioni, semplificando così il processo di partecipazione e favorendo una concorrenza più ampia e qualificata.
Da parte delle stazioni appaltanti, il corretto utilizzo del CPV rappresenta una responsabilità importante. Queste devono attribuire con precisione il codice CPV appropriato all’oggetto della gara, evitando confusioni o errori che potrebbero compromettere la legittimità del bando e violare principi fondamentali di trasparenza e pubblicità delle procedure.
In sostanza, il CPV rappresenta un prezioso strumento nel campo degli appalti pubblici europei. La sua funzione statistica fornisce dati essenziali per monitorare e comprendere il mercato degli appalti, mentre il suo ruolo di standardizzazione e uniformità assicura una concorrenza più equa e trasparente. La sua presenza e utilizzo nella pratica amministrativa promuovono l’efficienza e l’efficacia delle procedure di gara, garantendo una migliore gestione delle risorse pubbliche nell’interesse dell’intera comunità europea.
Nella pratica, la ricerca e la selezione dei codici CPV adeguati rappresentano un passaggio cruciale per le stazioni appaltanti e gli operatori economici. Una corretta individuazione del CPV è essenziale per garantire la chiarezza e la coerenza nella descrizione dell’oggetto della gara, anche al fine di facilitare l’identificazione da parte degli operatori economici delle gare di loro interesse, favorendo una partecipazione qualificata e una maggiore concorrenza nel settore degli appalti pubblici.
La banca dati europea TED
Una delle principali applicazioni del CPV nel processo di raccolta dati è rappresentata dalla banca dati comunitaria TED (Tenders Electronic Daily). Tutte le gare pubbliche riguardanti appalti e contratti dell’Unione Europea vengono registrate in questa banca dati, e a ciascuna gara è associato un codice CPV appropriato. Grazie a questa catalogazione sistematica, gli organismi governativi e le autorità competenti possono accedere a informazioni chiare e dettagliate riguardo a tutte le procedure di appalto, il che permette di effettuare analisi approfondite sulle dinamiche del mercato, individuare tendenze economiche e strategie settoriali.
Per gli operatori economici, la banca dati TED costituisce una fonte preziosa di informazioni, in quanto consente loro di individuare le gare pubbliche di loro interesse e di avere una visione completa delle opportunità di contratto disponibili in tutta l’Unione Europea. L’utilizzo del CPV permette agli operatori economici di raffinare le loro ricerche e focalizzarsi sulle gare che rientrano nel loro campo di competenza, risparmiando tempo e risorse preziose.
Per comprendere meglio come il CPV viene utilizzato nella pratica, possiamo esaminare alcuni esempi pratici. Supponiamo che un’azienda che produce software sia interessata a partecipare a gare d’appalto nell’Unione Europea. Utilizzando la banca dati TED e il sistema di classificazione del CPV, questa azienda può effettuare una ricerca utilizzando parole chiave pertinenti, come “software”.
Il sistema fornirà un elenco di codici CPV associati a diverse voci; ogni codice CPV è collegato a una descrizione dettagliata dell’oggetto della gara, il numero di contratti corrispondenti e le informazioni aggiuntive.
Gli operatori economici possono quindi selezionare il codice CPV più appropriato per le loro attività e competenze specifiche. Ad esempio, l’azienda produttrice di software per biblioteche potrebbe individuare il codice CPV “48161000-4” per i “pacchetti software per biblioteche”. Questo codice indica in modo preciso e univoco il settore di interesse e consentirà all’azienda di identificare le gare pubbliche relative a questa specifica categoria.
Tuttavia, è importante sottolineare che il CPV non sempre corrisponde esattamente a una singola parola chiave. Pertanto, è consigliabile effettuare una verifica accurata e confrontare diverse opzioni di codici CPV per assicurarsi di individuare quello più pertinente e dettagliato rispetto all’oggetto della gara.
La struttura del CPV
Inoltre, la struttura gerarchica del CPV, con la sua organizzazione a divisioni, gruppi, classi e categorie, permette una classificazione ordinata e accurata degli oggetti delle gare d’appalto. Questo sistema di classificazione contribuisce notevolmente a promuovere una maggiore trasparenza, chiarezza e uniformità nelle procedure di appalto, garantendo un uso efficiente delle risorse pubbliche e una migliore gestione delle attività contrattuali nell’Unione Europea.
Il CPV è caratterizzato da una struttura gerarchica ben definita, basata su numeri e cifre che identificano le diverse categorie di prestazioni, lavori, servizi e forniture. Questa struttura consente una classificazione dettagliata e sistematica degli oggetti delle gare d’appalto, garantendo una descrizione precisa e coerente delle attività coinvolte nei contratti pubblici.
Il vocabolario principale del CPV è obbligatorio ed è costituito da un codice a nove cifre.
Le prime due cifre del codice rappresentano le “divisioni”, che rappresentano le macrocategorie di prestazioni e consentono una suddivisione iniziale tra beni, lavori e servizi. Ad esempio, le divisioni da 0 a 44 o 48 sono associate ai beni, mentre i codici da 50 a 98 riguardano i servizi; il codice 45 rappresenta invece la categoria dei lavori.
Le divisioni si suddividono ulteriormente in “gruppi”, identificati dalle tre cifre seguenti. I gruppi rappresentano una suddivisione più dettagliata all’interno di ciascuna divisione, fornendo informazioni più specifiche sull’oggetto della gara.
Le “classi”, rappresentate dalle quattro cifre successive, rappresentano un ulteriore livello di specificazione all’interno dei gruppi. Le classi contribuiscono a fornire dettagli aggiuntivi riguardo alle prestazioni, lavori, servizi o forniture richiesti nei contratti d’appalto.
Infine, le “categorie” corrispondono alle ultime cinque cifre del codice CPV e rappresentano il livello di dettaglio più elevato all’interno della struttura gerarchica. Le categorie forniscono informazioni specifiche e dettagliate riguardo all’oggetto specifico della gara, rendendo il sistema di classificazione estremamente preciso e completo.
CPV Errato e responsabilità della stazione appaltante
Una selezione errata del codice CPV può comportare conseguenze negative, come la violazione dei principi di trasparenza e pubblicità, e persino l’illegittimità del bando. Per evitare tali rischi, le stazioni appaltanti devono prestare la massima attenzione e cautela nella scelta del codice CPV appropriato, assicurandosi che l’oggetto della gara sia coerente con la descrizione fornita.
Una delle principali responsabilità delle stazioni appaltanti è quella di comunicare il codice CPV corretto nell’ambito delle gare pubbliche. L’ANAC, come organo regolatore e vigilante per gli appalti pubblici, ha il compito di verificare il rispetto delle norme e dei principi che regolano il settore. In questo contesto, l’Autorità ha rilevato che alcuni errori sono stati commessi nella descrizione dell’oggetto delle gare, con la conseguenza che il codice CPV attribuito non era congruente con la prestazione effettiva da affidare.
Le conseguenze di un’errata attribuzione del CPV possono essere gravi e, in casi limite, possono portare all’annullamento del bando di gara e alla dichiarazione di illegittimità del contratto.
Inoltre, l’ANAC può considerare la comunicazione di un CPV errato come la fornitura di un’informazione non veritiera. Questo potrebbe portare all’applicazione di sanzioni amministrative e pecuniarie nei confronti della stazione appaltante responsabile dell’errore. Tali sanzioni possono variare in base alla gravità dell’infrazione e possono comportare il pagamento di multe significative e la perdita di reputazione per l’ente coinvolto.
Per evitare tali conseguenze, le stazioni appaltanti devono prestare particolare attenzione e cura nella fase di individuazione del codice CPV. È fondamentale garantire che la descrizione dell’oggetto della gara sia congruente con il CPV selezionato e che sia correttamente inserita nella documentazione di gara. Inoltre, è consigliabile effettuare una ricerca approfondita e una valutazione accurata delle voci del CPV per assicurarsi di attribuire il codice più appropriato e dettagliato possibile.
Un’ulteriore raccomandazione è quella di utilizzare diverse parole chiave nella ricerca del CPV, poiché una sola parola potrebbe corrispondere a diversi codici CPV. Pertanto, la verifica e la coerenza tra l’oggetto della gara e il codice CPV devono essere attentamente valutate per evitare errori e ambiguità.
Le indicazioni dell’ANAC sull’individuazione dei codici CPV
Con comunicato del presidente del 9 maggio 2023, l’ANAC ha fornito le indicazioni sulle corrette modalità di individuazione dei codici CPV (Codici per gli appalti pubblici).
Nell’ambito dell’attività di vigilanza è emerso che spesso le stazioni appaltanti ricorrono a errori dovuti all’incongruenza tra la prestazione identificata dal codice CPV (Common Procurement Vocabulary) prescelto e l’effettivo oggetto del contratto da affidare.
L’utilizzo del CPV nei formulari è obbligatorio dal 1° febbraio 2006. Tale nomenclatura è disciplinata
dal regolamento (CE) n. 2195/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio ed è richiamata dalle diverse direttive in materia di appalti e concessioni.
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